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Il mio museo ideale: colorato, istruttivo ma anche divertente come un videogioco!


Intervista al giovanissimo blogger Marco Mameli


di Caterina Pisu


Il 18 novembre scorso, Jake McGowan-Lowe, il ragazzo scozzese di 11 anni autore del blog Jake's Bones, era stato protagonista di un mio post con la sua personale visione del museo ideale. 

Ma Jake non è l'unico ragazzino autore di un blog culturale. In Italia il suo omologo è Marco Mameli, giovanissimo autore del blog http://marco-mameli.blogspot.it/.

Una notte al Museo, Cagliari, maggio 2014


Marco ha 10 anni, frequenta la quinta elementare a Cagliari, adora i videogiochi, fare calcio e scautismo. Il suo film preferito è Harry Potter; il libro più amato: la storia di Dragon Ball. Adora fare foto e cantare e la sua canzone preferita è Uncle Grandpa canta i classici.

Oltre che con il suo blog, Marco è attivo anche su Instagram

Avendo saputo che Marco è stato molto attivo, ultimamente, soprattutto durante Monumenti Aperti (la manifestazione nata in Sardegna per riscoprire la cultura come valore primario), gli ho chiesto di concedermi un'intervista per sapere come immagina il suo museo ideale. 
Marco ha tratteggiato molto bene un museo in cui non sia difficile imparare e non sia necessario leggere lunghi testi noiosi, ma dove ci si possa divertire e conoscere cose nuove anche con l'aiuto di disegni e spiegazioni audio. 
I ragazzi di oggi sono abituati a giocare con i videogiochi e quindi è quel tipo di interazione e di comprensione intuitiva che si aspettano anche da un luogo come il museo. Hanno bisogno di ambienti che sappiano trasmettere emozioni e infatti Marco vorrebbe vedere musei più colorati e meno freddi, dove non solo vista e udito ma perfino l'olfatto siano tutti coinvolti nell'esperienza di visita. 



Ecco l'intervista di Marco:

Marco, quando hai deciso di aprire il tuo blog e perché?

Quando avevo 5 anni mio padre ha deciso di aprire un blog per me. A 8 anni me ne sono aperto uno mio.

Nel tuo blog ho letto che hai partecipato a varie manifestazioni che riguardano, in particolare, i musei o le aree archeologiche, per esempio, Una Notte al Museo e Monumenti aperti. Che cosa ti è piaciuto di più di queste manifestazioni?

Una Notte al Museo sono andato a guardare i giganti e invece gli altri ho partecipato attivamente: Monumenti aperti con la mia classe come guide all'Anfiteatro Romano di Cagliari. Mi è piaciuto di più fare foto e catturare reti WiFi per condividere le foto con Instagram. E ovviamente un pochino anche giocare!

C’è un museo o un luogo culturale che preferisci tra quelli che hai visitato fino ad oggi? E perché ti è piaciuto?

No, è ingiusto fare preferenze.

Entrando in un museo che emozioni ti piacerebbe provare sempre e che cosa, invece, ti infastidisce o non ti piace?

Mi piacerebbe poter avere dei videogiochi riguardanti i contenuti del museo a disposizione dei visitatori in più lingue. Non mi piace leggere tutti i testi che compaiono nel museo: sarebbe molto meglio avere una sintesi di alcune cose e voci registrate.

Immagina di essere il direttore di un museo: quali sono le prime 3 cose che faresti?

1) farei fare i videogiochi dedicati ai contenuti del museo;
2) farei disegnare le spiegazioni del museo da bravi disegnatori;
3) farei colorare i muri, mettere musiche di sottofondo e profumi nelle sale.

Grazie, Marco!


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   Ringrazio Ilenia Atzori, collega dell'APM, Coordinatrice regionale Sardegna, che ha reso possibile questa intervista mettendomi in contatto con il padre di Marco, il Dott. Andrea Mameli. 

Fotografando Cagliari


21 modi per rendere un museo "straordinario".



Se volete sapere come un bambino di 11 anni vede "il suo museo straordinario", potete leggere i consigli che Jake McGowan-Lowe (11 anni e che cura il suo blog da quando ne aveva sette) ha scritto sul suo blog Jake'sBones. Ho riassunto qui alcuni dei punti, 21 in tutto, con i quali Jake descrive come dovrebbe essere fatto un museo:

- I musei devono essere gratuiti e aperti a tutti.
Jake ricorda che Sir Richard Owen volle musei aperti a tutti e anche la sera, in modo che i lavoratori potessero frequentarli.

- I musei devono essere adeguatamente finanziati, dato che sono un bene pubblico.
Ecco una grande verità che capisce un bambino ma che sembra così difficile da comprendere per la classe politica! "Che schifo!" - commenta Jake schiettamente! E aggiunge: "Vorrei che i finanziamenti ai musei cambiassero con la stessa velocità con cui i parlamentari cambiano i loro stipendi, aumentati del 35% negli ultimi dieci anni". Sei grande, Jake!

- I musei dovrebbero avere un po' più di fattore "wow" all'interno.
I musei che piacciono ai bambini sono quelli in cui i curatori hanno speso un sacco di tempo a pensare ciò che potrebbe far esclamare "wow!" ai bambini. Un aspetto da non sottovalutare!

- Rendere un museo il più pratico possibile.
Jake ricorda quanto è importante per un bambino che non si crei una barriera tra lui e gli oggetti esposti, altrimenti questo creerà diffidenza. I bambini, infatti, sono educati fin da molto piccoli a non toccare le cose pericolose, ma i reperti non sono cose pericolose, tutt'al più sono fragili! E allora bisogna trovare il sistema per aiutare i bambini a toccare gli oggetti, per esempio creando delle copie fatte apposta per questo scopo.

- Non nascondere gli esperti!
Nei musei, dice Jake, spesso lavorano tantissime persone, ma sono chiusi in luoghi che non sono accessibili ai visitatori. Eppure i bambini potrebbero fare loro tante domande. Come si può fare? Secondo Jake sarebbe bello se questi esperti lavorassero nel museo, in pubblico, per esempio una volta alla settimana, così che tutti possano avvicinarsi e far loro delle domande. In questo modo, secondo Jake, i bambini capirebbero che nei musei c'è molto di più oltre la sicurezza e il negozio di souvenir!

- Creare collegamenti tra la vita reale e ciò che è esposto nel museo.
Jake fa riferimento ai musei naturalistici, che sono i suoi preferiti, ma il concetto può essere esteso a tutti i musei. Riporta l'esempio di un museo in cui, accanto allo scheletro di pulcinella di mare è trasmesso un video che mostra questo tipo di uccello vivo, nel suo ambiente naturale.

- Disporre di informazioni per tutti i livelli di conoscenza.
In questo possono essere d'aiuto le moderne tecnologie: informazioni su i-pad o touchscreen nel museo possono differenziare più facilmente le informazioni a seconda del livello di conoscenza che si desidera avere.

- Avere links per quando si torna a casa.
L'apprendimento non deve fermarsi quando si lascia il museo, scrive Jake. Un modo semplice per accedere alle informazioni sulle pagine web del museo, potrebbero essere i codici QR.

- Fare mostre on-line e utilizzare i social media.
Jake lamenta il fatto che non sempre le collezioni sono fruibili on-line. Inoltre dice di sapere che il lavoro che i musei svolgono sui social media è importante quanto le altre attività del museo. Purché questo li renda davvero interagenti e comunicativi!

- Fare in modo che i musei siano molto amici dei bambini.
Si può iniziare a frequentare i musei già in giovanissima età, così come ha fatto Jake. E fa l'esempio del Perth Museum and Art Gallery, un museo piccolo ma uno dei migliori per i bambini. Ha intere aree in cui i miei fratelli possono giocare con i dinosauri giocattolo, vestirsi da fauna selvatica, utilizzare il microscopio, ecc.

- Trovare il modo migliore di spiegare le cose!
Bisogna essere bravi per spiegare le cose complicate in modo leggero e immediato. E' un po' come proteggersi gli occhi con un paio di occhiali da sole, dice Jake!

- Incoraggiare le fotografie.
E qui Jake sembra un po' arrabbiato. Va bene vietare l'uso del falsh e del treppiedi, ma perché vietare del tutto fotografie e riprese? Ma un modo per apprendere e per condividere, come è giusto che faccia la scienza.

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