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Ilenia Atzori ci racconta #smallmuseumtour


Chi ancora non conosce #smallmuseumtour potrà leggere la bella intervista che Ilenia Atzori, coordinatrice regionale Sardegna dell'Associazione Nazionale Piccoli Musei, ha rilasciato a Zebrart.it. Il secondo ciclo di incontri virtuali con i musei presenti su Twitter terminerà il 27 febbraio, ma siamo già al lavoro per preparare il terzo ciclo, durante l'estate. I musei che sono interessati possono contattarci via mail a piccolimusei@hotmail.com.

L’Historium di Bruges: feel the experience

Ilenia Atzori, in questo articolo tratto dal suo blog Wunderkammer ci descrive l'esperienza vissuta a Bruges, in Belgio, dove ha visitato un museo molto particolare: l'Historium.
Definire l’Historium un Museo è riduttivo: ciò che si vive al suo interno è un’esperienza multisensoriale; aperto al pubblico dall’autunno 2012, dopo sette anni di lavoro ed un investimento di circa dieci milioni di Euro, è il risultato di una fusione tra moderne tecnologie e pannelli classici, storytelling e rievocazione storica.



L’esperienza di visita si divide in due parti: nella prima, facciamo la conoscenza di Jacob, giovane apprendista del Maestro Jan Van Eyck, che visse e lavorò a Bruges nel XV secolo. Assistiamo al racconto di una storia che ruota intorno al dipinto Madonna con Bambino e il Canonico van der Paele, realizzato a Bruges da Van Eyck intorno al 1434-1436. Si parte con l’arrivo della modella Anna e del pappagallo Frederico, che Jacob dovrà accogliere ed accompagnare all’atelier del Maestro; tuttavia, entrambi spariranno, costringendo il ragazzo a girare l’intera città per ritrovarli. Con questo stratagemma, attraversiamo la città insieme a lui.

Il viaggio è “reale” anche per noi: ci spostiamo fisicamente tra le varie stanze, sentiamo i profumi che sente Jacob, avvertiamo il vento, ed il rumore dell’acqua. Alla fine del film, e del percorso, inizia la parte interattiva del museo, quella, cioè, in cui possiamo mettere alla prova le nostre conoscenze (con quiz e giochi, non solo digitali), curiosare tra le notizie storiche, vedere com’è cambiata nei secoli la città, attraverso pannelli basculanti.
Se vi state chiedendo come sia possibile seguire il film, la risposta è molto semplice: all’ingresso, comprese nel prezzo del biglietto (11 €), vi verranno consegnate delle audioguide in 9 lingue, tra cui italiano, cinese e giapponese. Vi dirò di più: almeno uno dei ragazzi all’accoglienza parla italiano; quando gli abbiamo detto da quale Paese provenissimo, ci ha subito informati, nella nostra lingua, sul fatto che l’audioguida fosse disponibile anche in italiano. Per quanto riguarda le didascalie nella seconda parte del museo, anch’esse sono tradotte nelle lingue dell’audioguida: inglese, francese, nederlandese, tedesco, spagnolo, portoghese, giapponese, italiano, cinese. Si tratta di testi brevi, ma efficaci, oppure inviti a sentire i profumi, toccare i tessuti ecc.
Dovendo esprimere un’opinione, in generale, sul concept dell’Historium, il mio sarebbe un giudizio estremamente positivo: grazie alla narrazione del film, agli accurati studi sulla ricostruzione degli ambienti, gli studi sui personaggi e la storia, il visitatore impara molto sulla Bruges del XV secolo. E può misurare quanto appreso direttamente nella seconda parte della visita, attraverso i quiz. Prevale, in sostanza, il concetto di imparare divertendosi e mettersi alla prova attraverso il gioco: storytelling e gamification inseme, per dirla con termini più moderni. Entrambi i concetti, però, vengono portati ad un livello superiore, coinvolgendo tutti i sensi, e trasformando la visita in una vera e propria esperienza. Di fatto, ciò che il claim dell’Historium promette è di riportare in vita il Medioevo, e di condurci in un viaggio indietro nel tempo.


Se volessimo anche analizzare le scelte relative al marketing del museo, troveremmo anche qui idee particolarmente efficaci ma, soprattutto, una linea coerente.

La prima cosa che noteremo sarà il logo: un personaggio femminile vestito di rosso, che compare nelle brochure, nelle mappe che indicano l’ubicazione dell’Historium, sul biglietto, sullo shopper, sugli scontrini… E persino in forma tridimensionale (e gigantesca) all’interno dell’edificio, nella hall. Dopo aver vissuto l’esperienza di visita, capiremo la stretta relazione tra quell’immagine ed il film realizzato per l’Historium. Il merchandising comprende portachiavi, matite, cartoline, segnalibro ed altro materiale con l’immagine del logo, ma non solo: si trovano anche “piume” di Frederico, portachiavi di Frederico, cartoline con la sua immagine, ed altri personaggi o scene tratte dal film. E poi, magneti, cartoline, cartelle ed altro materiale con l’immagine della Madonna con Bambino e il Canonico van der Paele, oppure con singoli personaggi del dipinto. Persino lo shopper riporta al film!
Cosa ne penso dell’esperienza di visita? Personalmente, ritengo che la tecnologia debba essere uno strumento a supporto della fruizione di un museo, ma non debba rappresentare LA visita. Credo debba esserci un equilibrio, tra l’uso delle tecnologie e l’esperienza personale, che deve restare un qualcosa di intimo, e debba riuscire ad emozionarti a prescindere dalle tecnologie utilizzate. Nel caso dell’Historium, forse, il confine è molto labile. Tuttavia, di ciò che viene raccontato, il visitatore ricorda molto (tranne il video del making of, esclusivamente in nederlandese, sottotitolato in inglese e francese; il difetto maggiore, tuttavia, sta’ nella lunghezza…), ed impara molto sulla città, la sua storia e la sua arte. Credo che in questo caso si tratti di una struttura che abbia volutamente scelto di “confezionare” un’esperienza ad hoc, perché mancava qualcosa che introducesse i visitatori alla città nel suo complesso: c’è il museo d’arte (in realtà, i musei d’arte, in città, sono almeno 4), ci sono le mappe che agevolano la visita del centro storico, ci sono i musei etnografico e del merletto per raccontarne le tradizioni, ma non c’era qualcosa che desse una visione d’insieme sull’importanza della città, e di tutti i suoi elementi costitutivi, nel periodo del suo massimo splendore. Perciò, a mio avviso, investire nell’Historium è stata una buona scelta, ai fini della promozione e della presentazione della città. Se, oltre allo sconto offerto presso un locale convenzionato, fossero stati creati anche menù a tema, nei vari ristoranti della Markt Platz, sulla quale si affaccia l’Historium, probabilmente l’avrei inserito in un’ideale top 5 tra i migliori esempi di promozione/esperienza turistica cui abbia assistito quest’anno. Ecco, forse possiamo giudicarlo un’esperienza turistica, più che un museo. Un’esperienza che vale davvero la pena fare…
Se volete saperne di più sull’Historium, e su come nasca, ho trovato un interessantissimo articolo a questo link:
theculturetrip.com/europe/belgium/articles/bringing-the-middle-ages-to-life-bruges-historium-museum/

#smallmuseumtour, mercoledì 10 dicembre: MuMeLoc, Museo della Memoria Locale di Cerreto Guidi.


Continuano gli appuntamenti con i musei, su Twitter, organizzati dall'Associazione Nazionale Piccoli Musei.
Una descrizione del MuMeLoc, della storia, dei contenuti e delle attività, per prepararci all’incontro di domani, alle 15, con il Sindaco di Cerreto Guidi, Prof.ssa Simona Rossetti, che ci illustrerà il Museo. La Dott.ssa Ilenia Atzori coadiuverà la Prof.ssa Rossetti nel corso della “visita virtuale”.
Come sempre, l’hashtag per seguire l’incontro è #smallmuseumtour; gli account da tenere sotto controllo in questa occasione sono i seguenti: @MuMeLocMuseo, @PiccoliMusei2.
Tutti possono partecipare semplicemente accedendo a Twitter (creando un proprio account se non lo si possiede). Sarà possibile twittare con noi durante lo #smallmuseumtour e rivolgere domande direttamente alla Prof.ssa Simona Rossetti.
Il Museo
Il MuMeLoc – Museo della Memoria Locale di Cerreto Guidi viene inaugurato nel dicembre del 2011 e nasce in seguito a un lungo periodo di studi e ricerche incentrati su un doloroso evento storico che ebbe luogo in quest’area il 23 agosto 1944: L’Eccidio del Padule di Fucecchio.

Il Museo si trova nel cuore del centro storico di Cerreto Guidi, a due passi dalla Villa Medicea che domina il paese. E’ collocato alle spalle del Palazzo Comunale e di fianco alla Biblioteca con la quale opera in perfetta sinergia attraverso iniziative congiunte. Il Museo e la Biblioteca sono due istituzioni pienamente inserite nel tessuto sociale, educativo e culturale del paese. Il Museo, in particolare, fa parte di un sistema museale territoriale denominato Terre del Rinascimento che conta fra i Musei che ne fanno parte: il Museo Leonardiano e la Casa Natale di Leonardo a Vinci, il Museo di Fucecchio, la Fondazione Montanelli Bassi di Fucecchio, il Museo della Collegiata di Sant’Andrea di Empoli, il Museo del Vetro di Empoli, la Villa Medicea di Cerreto Guidi, il Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino.
L'inizio del percorso
Il percorso museale non si articola in sale ma in un lungo corridoio continuo che offre un viaggio nell’ambiente e nella storia e che ruota intorno al cuore centrale del museo dedicato alla rievocazione dell’Eccidio del Padule di Fucecchio. La scelta cromatica del verde del pavimento è volta a rievocare il ricordo dei canali navigabili del padule, la linea ondulata che ritma la parte centrale vuole ricordare il logo del museo con il “me” di MuMeLoc che evidenziato rappresenta l’io che si fa comunità, ma richiama anche il movimento del vento e il flusso del ricordo. Il visitatore, attraverso l’uso dei touch screen può costruirsi il proprio viaggio personale nella memoria della comunità vivendo un’esperienza che consente di unire le modalità narrative del film all’immersione fisica in un ambiente interattivo.

Mentre il percorso più esterno conduce che visita il museo per mano nell’ambiente che caratterizza Cerreto, il Padule, le colline del Montalbano fornendo la contestualizzazione del territorio, la parte centrale del museo diviene vero e proprio nucleo emotivo all’interno del quale, attraverso una proiezione del forte impatto, viene rievocata la ferita lasciata dall’Eccidio del Padule nel quale persero la vita 175 persone soprattutto donne e bambini.

All’uscita del Nucleo le testimonianze filmate dei superstiti e dei parenti delle vittime.
La sala didattica
Il Museo svolge un’intensa attività didattica che richiama il contesto ambientale e storico e artistico nel quale opera, affiancando le visite guidate tradizionali a percorsi che prevedono uscite nell’area del Padule di Fucecchio, visite guidate alla Villa Medicea, alle colline del Montalbano e al centro Storico di Cerreto Guidi.

Interlocutore privilegiato è il mondo della scuola con una offerta didattica che si articola in ben 18 percorsi che spaziano dalla storia della Seconda Guerra Mondiale ai percorsi naturalistici e poi ancora: visite guidate e incontri con artigiani. Il Museo è aperto alla progettualità condivisa con le scuole.

Accanto a questo tipo di attività si svolgono, inoltre, “visite teatralizzate” che ricostruiscono, in un linguaggio forse più coinvolgente, gli eventi tragici della seconda guerra mondiale, specificamente l’Eccidio del Padule, ma anche la vita contadina.

Il caso dell’Art Institute of Chicago: fuori tutti i volontari bianchi dal museo

Fonte dell'immagine: The Federalist Negli Stati Uniti, presso l’Art Institute of Chicago (AIC) si è aperto un caso che potrebbe essere d...