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Al Planetario di Roma il certificato di qualità Herity

Il Planetario di Roma è il primo museo scientifico della Capitale a ricevere il “bersaglio” della Herity, la certificazione di qualità dei beni culturali attribuita da una commissione internazionale. Erede diretto dello storico planetario della Sala della Minerva, nel 2004 il nuovo Planetario si è trasferito al Museo della Civiltà Romana all’Eur. Sotto una cupola di 14 metri un proiettore ottico appositamente progettato da una ditta francese, oltre a molti altri strumenti automatizzati, concorrono al complesso meccanismo di ricostruzione della volta celeste. Il valore percepito, lo stato di conservazione, la comunicazione e i servizi offerti  sono i quattro parametri di valutazione considerati nella certificazione internazionale HERITY rivolta a biblioteche, musei, archivi, monumenti (inclusi edifici religiosi) e siti archeologici, pubblici o privati, di tutto il mondo, purché aperti al pubblico. Oltre all’opinione di esperti di settore viene preso in considerazione anche il gradimento dei visitatori. La Capitale vanta già 23 luoghi certificati HERITY fra i quali il Pantheon, Santa Maria in Ara Coeli, i Musei Capitolini, il Palazzo del Quirinale e Castel Sant’Angelo. Per quanto riguarda il circuito museale del Comune di Roma è attualmente in corso la certificazione dell’Ara Pacis ( tratto da PRIMAPRESS).

http://www.primapress.it/news/122/ARTICLE/8442/2011-06-10.html

Il bersaglio di Herity

Nuovi metodi internazionali di valutazione dei musei

In questi ultimi anni sono state varie le iniziative volte a definire gli standard di funzionamento e la qualità dei servizi in ambito museale e, più in generale, in tutto il settore dei beni culturali. In questa direzione opera Herity, (Organismo Internazionale per la Gestione di Qualità del Patrimonio Culturale), organizzazione non governativa che nasce nel 2003 su iniziativa dell’Ente Interregionale Programmazione Culturale e Turistica (DRI) per venire incontro all’esigenza di amministrare nel modo più razionale possibile il capitale dei beni culturali. La finalità di Herity è la diffusione del sistema di certificazione denominato HGES (Herity Global Evaluation System), condiviso internazionalmente e di cui l’Italia è il paese pilota.

Il metodo, che consiste in una valutazione periodica (da ripetersi ogni tre anni) attraverso l’utilizzo di parametri scientificamente accettati, è applicabile a tutti i beni culturali: musei, biblioteche, archivi, siti archeologici, monumenti, chiese e palazzi storici, purché aperti al pubblico.

Il sistema rende disponibile per il pubblico un modello multidimensionale che indica lo stato di monumenti, siti archeologici, musei, biblioteche e archivi. Tale modello, di facile lettura, si presenta graficamente come un “bersaglio” suddiviso in quattro quadranti, ciascuno dei quali rappresenta la rilevanza percepita, lo stato di conservazione, la comunicazione trasmessa, i servizi offerti al pubblico. Il livello raggiunto dai singoli musei è espresso in una scala da 1 a 5. Il bersaglio viene quindi apposto sul luogo certificato e utilizzato anche nel materiale a stampa, reso disponibile per il pubblico, e in Internet.

Il “bersaglio” è solo il risultato finale di una lunga e complessa procedura di valutazione dei musei, durante la quale vengono prese in considerazione 3 fonti: l’autovalutazione dei responsabili dei beni culturali, una expertise internazionale (tre esperti internazionali) e l’opinione raccolta presso il pubblico.

Come ha dichiarato Maurizio Quagliolo, Coordinatore Generale di Herity, in un’intervista rilasciata a Fausto Natali per la rivista Siti (Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO):coinvolgere il pubblico nel processo significa avere una formidabile opportunità di successo. A sua volta il coinvolgimento del pubblico richiede accuratezza dell’informazione. L’accuratezza dell’informazione migliora la conoscenza dello stato di un monumento, anche da parte degli addetti ai lavori. E’ qui la differenza di Herity: nasce appositamente per il Patrimonio Culturale e raccoglie il meglio delle certificazioni ISO come dei sistemi di TQM o, cosiddetti, “Michelen Like”, quelli legati al gradimento dei visitatori, ma li supera. Infatti Herity è multi-dimensionale, in quanto analizza e descrive quattro differenti dimensioni di un bene culturale; multi-scopo in quanto orientato alle necessità del pubblico come dei responsabili del sito e degli altri stakeholders; multi-prospettiva, raggiungendo i suoi risultati grazie al contributo di fonti diverse: l’autovalutazione dei responsabili, una valutazione esterna e l’opinione del pubblico”.

Da una verifica effettuata da Herity, inoltre, è stato dimostrato che il 72% dei luoghi certificati ha potuto, grazie a questo procedimento, migliorare i servizi; il 61% del pubblico, invece, ha dichiarato di aver apprezzato mag­giormente la visita e di non aver avuto delusioni grazie alle informazioni avute preventivamente; il 42% degli stakehol­ders (finanziatori, fornitori, ecc.) ha riconosciuto di aver utilizzato i dati dichiarati come supporto alle proprie decisioni.

Herity sostiene il sistema di gestione di qualità del patrimonio culturale mediante un costante studio e monitoraggio dei risultati. Dal 2006 si sono susseguite due Conferenze Scientifiche Internazionali di Herity. La prima Conferenza del 2006 si è svolta sul tema “Qualità nella Gestione del Patrimonio Culturale: modelli e metodi di valutazione” ed ha fatto il punto della situazione sulle classificazioni esistenti per monumenti, musei, siti archeologici, biblioteche e archivi. La seconda Conferenza Internazionale Herity ha dato inizio ad una serie di edizioni che saranno incentrate, di volta in volta, su un tema rappresentato nel “bersaglio” Herity: la conferenza del 2008, infatti, ha già affrontato il tema del Valore, ovvero la rilevanza percepita. In particolare, durante la conferenza sono state esaminate le esperienze a livello internazionale sulle possibilità di misurare le differenti accezioni del Valore applicato ai beni culturali materiali aperti al pubblico, osservandole da differenti punti di vista.

Ad oggi sono stati certificati i primi 43 musei del Lazio distribuiti nelle cinque province, tra cui Castel S. Angelo, la Centrale Montemartini, la Galleria Doria Pamphili, i Musei Capitolini, il Museo Napoleonico, il Museo di Palazzo Venezia, il Planetario e il Museo Astronomico; mentre fuori dal Lazio sono stati certificati 30 ecomusei della provincia di Torino, per i quali è già partito il rinnovo della certificazione. Altre certificazioni sono in corso di applicazione in altre regioni.

Herity può offrire anche buone opportunità di formazione ai giovani laureandi e laureati; è possibile rivolgersi direttamente ad Herity sia per svolgere la propria tesi di laurea sull’attività di questo organo sia per svolgere stage al suo interno. Maggiori dettagli sono disponibili sul sito della Herity, www.herity.it.

Caterina Pisu (ArcheoNews, gennaio 2010)

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